25 Settembre 2023: La Saga di Matteo Messina Denaro – Vita, Latitanza e il Mistero della Sua Fine

Matteo Messina Denaro, nato il 26 aprile 1962 a Castelvetrano, in Sicilia, è stato uno dei criminali più ricercati d’Italia e del mondo, soprannominato il “boss dei boss” di Cosa Nostra. È stato in latitanza dal 1993 fino al suo arresto il 16 gennaio 2023, e deceduto il 25 settembre 2023.
Giovinezza e Ascesa nel Crimine:
Messina Denaro è il quarto di sei figli di Francesco Messina Denaro e Lorenza Santangelo. Ha iniziato la sua carriera criminale da giovane, diventando rapidamente un membro influente di Cosa Nostra. È stato coinvolto in numerosi crimini, inclusi omicidi, sequestri di persona e attentati dinamitardi.
Latitanza e Arresto:
Dopo l’arresto di Totò Riina nel 1993, Messina Denaro è diventato uno dei boss più potenti di Cosa Nostra. È rimasto latitante per quasi tre decenni, eludendo le forze dell’ordine grazie all’aiuto di compiacenti cittadini siciliani. Il suo bisogno di trattamento per il cancro al colon ha portato al suo arresto il 16 gennaio 2023, quando si è presentato per un appuntamento di trattamento sotto un alias.
Morte e Condizioni di Salute:
Dopo l’arresto, è stato trasferito all’ospedale San Salvatore dell’Aquila a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Le cure oncologiche sono state sospese e Messina Denaro è stato sottoposto a terapia del dolore e alimentazione parenterale fino alla sua morte il 25 settembre 2023.
Rifiuto del Funerale Religioso:
Messina Denaro ha rifiutato ogni celebrazione religiosa, come espresso in un pizzino ritrovato dopo il suo arresto. Ha trascorso gli ultimi giorni di vita nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore all’Aquila, dove, come per sua volontà, una volta entrato in coma irreversibile non è stato più alimentato e rianimato, ma solo sedato e idratato fino a quando il cuore ha cessato di battere. Sarà sepolto a Castelvetrano, accanto al padre Francesco, senza alcuna cerimonia religiosa.
Eredità Criminale:
Messina Denaro è stato condannato per dozzine di omicidi, inclusi gli attentati del 1992 che hanno ucciso i magistrati anti-mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nonostante le speranze degli inquirenti, ha mantenuto il silenzio, portando con sé i segreti di Cosa Nostra.